Il nostro approccio alla digitalizzazione
L’obiettivo è quello di codificare un modello di processo sostenibile, non solo per la digitalizzazione del nostro archivio, ma che anche per la valorizzazione di altre realtà dell’Industrial Heritage, coniugando l’alta conoscenza tecnologica e l’expertise del nostro personale, formato e riqualificato, con la capacità di creare reti con enti ed istituzioni.
Il viaggio dei documenti comincia dagli spazi dell’Archivio Storico, dove il team di archiviste identifica dei nuclei di valore: documenti di particolare importanza per la storia di Italgas o del Paese. I nuclei selezionati giungono poi negli spazi di Heritage Lab dove vengono preparati ad essere acquisiti digitalmente e processati dagli algoritmi di post produzione automatica.
Il processo di trasformazione digitale
Il nostro approccio mira a valorizzare le professionalità specializzate nel settore archivistico e delle digital humanities, impiegando tecnologie ad hoc che permettono di ottimizzare e automatizzare i processi di acquisizione, integrando software intelligenti per gestire i materiali acquisiti.
Il percorso di ogni singola carta, di foto, verbale o fascicolo, comincia dai grandi armadi compattabili dell’Archivio Storico. In questo luogo, censiamo e schediamo i materiali sulla piattaforma archivistica xDams, e selezioniamo, sulla base di rilevanza storica e stato dei documenti, i nuclei di valore da avviare alla digitalizzazione.
Fascicoli e contenitori entrano negli spazi del laboratorio-museo. Qui li preleviamo, li puliamo dalle parti ferrose e pastiche e li disponiamo su diverse linee di digitalizzazione, sulla base del formato e della tipologia documentaria.
Nelle officine di digitalizzazione dematerializziamo i documenti con macchine leonardesche in grado di acquisire grandi quantità scatti in alta definizione.
Il parco scanner di Heritage Lab comprende Replica, lo scanner rotante che acquisisce foto e piccoli formati, lo Stativo Riproduttore per documenti singoli di pregio, il Vscanner per i beni rilegati e il Piano aspirato per grandi formati.
Dopo un primo controllo, inviamo le immagini al server Time Machine, un sistema sofisticato utilizzato nella gestione dei grandi centri di digitalizzazione. La sua funzione è standardizzare e semplificare i processi di digitalizzazione di grossi archivi di dati, permettendone al contempo anche una facile consultazione.
Il server Time Machine elabora i file digitali acquisiti nelle officine, effettuando le operazioni automatiche di ritaglio, bilanciamento del colore e raddrizzamento. Da un file digitale RAW, non regolato e non compresso, che destiniamo alla conservazione a lungo termine, otteniamo un allegato digitale per la pubblicazione.
Ottenuti i risultati dell’elaborazione automatica, segnaliamo le aree di intervento manuale, correggendo gli errori e destinando la collezione al processo finale di pubblicazione sul portale di esplorazione dell’archivio.
Time Machine rielabora le immagini approvate e predispone le copie master che saranno storicizzate su cloud. Con questi negativi digitali, ad altissima risoluzione, preserviamo la nostra memoria documentale a lungo termine.
Un processo automatico, infine, importa le copie di fruizione su xDams e procede ad allegare le immagini alle schede di catalogazione predisposte all’inizio del ciclo produttivo. Con quest’ultimo passaggio, il viaggio fisico del singolo documento si è concluso.
Comincia la creazione di senso, che aggiunge valore e crea narrazioni. Torniamo sui documenti acquisti, resi fruibili sulla piattaforma xDams e li analizziamo nuovamente, descrivendo più in profondità, con metadati aggiuntivi.
Il team di archiviste che organizza l’archivio e indirizza il processo di digitalizzazione, supervisiona il risultato ottenuto alla fine del processo e ne valida il prodotto pronto finale per la pubblicazione nel museo.