A NOVEMBRE LA CHIMICA È (POP)OLARE

L’opera che pubblichiamo oggi come Libro del Mese di Novembre, è l’edizione italiana della Chimie populaire di Alexis Clerc, tradotta dall’Ing. Americo Zambelli e pubblicata a Milano nel 1884.

La “Chimica Popolare”, tomo II della serie Physique et chimie populaires di Alessio o Alexis Clerc, è suddivisa in tre libri principali, ognuno dei quali tratta una specifica area della chimica.

Il chimico, illustrazione tratta dall’opera.

Le origini pratiche della chimica: la trasformazione del cibo e dei metalli


Il libro di Clerc offre  una panoramica affascinante sulle origini e lo sviluppo della chimica, tracciando il suo legame profondo con la storia dell’umanità. Il primo capitolo del Libro Primo: Metalloidi esplora i “Preliminari”, ossia le radici della chimica, risalendo all’epoca in cui gli esseri umani, distinguendosi dalle altre specie animali, iniziano a modificare il loro stile di vita, in particolare il loro regime alimentare. Secondo l’autore, la chimica nasce proprio con la scoperta della cottura: un atto rivoluzionario che permette agli uomini di passare dal consumo di carne cruda a quella cotta, sfruttando processi naturali per trasformare gli alimenti. Clerc sottolinea inoltre l’importanza della fermentazione, una scoperta fortuita e non compresa teoricamente, ma che consente ai popoli antichi di produrre bevande alcoliche come vino e birra. Tacito, come ricorda l’autore, racconta di come i Germani utilizzassero l’orzo fermentato per creare la birra.


Anche la scoperta dei metalli e la loro lavorazione sono elementi cruciali per le civiltà antiche come Fenici, Greci e Latini, che manipolano l’oro, l’argento, il piombo e lo stagno. Se nella pratica, però, le applicazioni della chimica sono vive e presenti,  la teoria chimica rimane arretrata. È solo nel Medioevo che, con l’alchimia, inizia a circolare un pensiero para-scientifico. Clerc sottolinea però, che nonostante le alte speculazioni, gli alchimisti non hanno grandi effetti sulla chimica pratica almeno fino al XVI secolo. I loro sforzi si concentrano su due scopi fondamentali: la trasmutazione dei metalli in oro e la creazione di un rimedio universale, la pietra filosofale, capace di curare ogni malattia e, secondo alcuni, di generare persino la vita.

Argento, rame, oro, ferro, platino. Illustrazione tratta dall’opera.

Van Helmont e la Iatrochimica: alla scoperta del gas


Nella sua opera, Clerc cita anche Jean Baptiste van Helmont, figura centrale nel campo della iatrochimica, e nostro primo libro del mese. A lui si deve la scoperta del primo gas conosciuto, l’acido carbonico, o “spirito silvestre,” chiamato dallo stesso Van Helmont per la prima volta “gas,” dal greco “chaos.” Descrivendo l’acido carbonico come un’entità invisibile e impalpabile, Van Helmont inaugura un nuovo linguaggio per descrivere sostanze che non potevano essere contenute in vasi né ridotte a forme visibili, gettando così le basi della chimica pneumatica.

Officina di produzione del gas manifatturato, con gasometro e forni.
Illustrazione tratta dall’opera.

La nascita della chimica moderna: Boyle e Lavoisier


Nel 1600, la chimica inizia a consolidarsi come scienza grazie agli sforzi di scienziati come Robert Boyle, che nel suo The Sceptical Chymist introduce i concetti di elemento e composto chimico, ponendo le basi per la separazione tra alchimia e chimica. Antoine Lavoisier rivoluziona la chimica demolendo la teoria del flogisto, fino ad allora dominante, che interpretava la combustione come la liberazione di un principio igneo invisibile dai corpi combustibili. Attraverso un uso sistematico della bilancia nei suoi esperimenti, Lavoisier osserva che durante la combustione di elementi come il fosforo e lo zolfo vi è un aumento di peso, dimostrando che non vi è alcuna perdita di sostanza, ma piuttosto un assorbimento di un elemento esterno. Questo elemento, l’ossigeno, si combina con i materiali in combustione, generando calore e luce. Nel 1772, Lavoisier conferma che il fenomeno non dipende da un ipotetico principio universale, ma dall’interazione tra i corpi combustibili e l’ossigeno presente nell’aria, aprendo così le porte a una chimica più rigorosa e quantitativa.

Ritratto di Lavoisier. Illustrazione tratta dall’opera.

La chimica come strumento di progresso umano


Attraverso una narrazione accessibile e appunto “popolare”, il libro di Clerc ripercorre la storia della chimica, evidenziando come questa disciplina sia parte integrante dell’evoluzione della conoscenza e del progresso umano. Dalle pratiche più antiche fino ai recenti sviluppi, l’autore invita a riflettere su come la chimica, più di altre scienze, sia stata essenziale per migliorare la qualità della vita e ampliare i confini della conoscenza scientifica.