Gezicht op de Isola Madre in de Lago Maggiore, Johannes Josephus Aarts, 1828

VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEL METANO CON LE LETTERE DI ALESSANDRO VOLTA, SECONDO LIBRO DEL MESE

Con il secondo libro del mese, esploriamo il Settecento italiano di Alessandro Volta, scienziato ricordato per l’invenzione della pila, ma anche per i suoi importanti studi sui gas.

Le Lettere sull’aria infiammabile nativa delle paludi di Alessandro Volta è il secondo libro del mese che pubblichiamo nella nostra biblioteca digitale. Le sette missive del chimico e fisico italiano, pubblicate nel 1777, e indirizzate al marchese Francesco Castelli, per il quale il Volta nutriva molta stima, contengono la descrizione del processo di identificazione del metano di superficie.

Ritratto di Alessandro Volta. Public domain, da Wikimedia Commons

Il libro del mese testimonia il progresso tra i secoli

Lo scorso mese abbiamo pubblicato Ortus medicinae di Jean Baptiste van Helmont, del 1652, dove compare per la prima volta il termine gas. La ricerca scientifica, avviata nel corso del diciassettesimo secolo, conosce nel centennio successivo un notevole sviluppo: continua l’evoluzione e nuove scoperte rivoluzionano ulteriormente il panorama culturale.

Si afferma gradualmente il pensiero illuminista. L’applicazione dell’intelletto in campo filosofico, scientifico e politico è il valore ideologico cui esortano i teorici dell’epoca. Con l’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert si radica in Europa una visione del mondo laica e moderna, che si basa sulla ragione e sul pensiero empirico matematico. Queste le circostanze in cui matura l’opera che abbiamo scelto per continuare il nostro itinerario di condivisione dei preziosi volumi della Biblioteca Italgas.

Frontespizio de le “Lettere del signor don Alessandro Volta […] sull’aria infiammabile nativa delle paludi”.

La ricerca del chimico narrata in prima persona

Alessandro Giuseppe Antonio Anastasio Volta (Como, 18 febbraio 1745-Como, 5 marzo 1827), professore, chimico e fisico lombardo, contribuisce in maniera significativa al progresso tecnologico della sua epoca. È noto ai più per l’invenzione della pila elettrica del 1800 ma non tutti sanno che nel 1776 i suoi studi sull’acqua delle paludi del Lago Maggiore lo conducono alla scoperta del metano.

Il 4 novembre 1776, lo scienziato comasco costeggia i canneti nei pressi dell’Isolino Partegora a bordo di una barca, con l’aiuto di un bastone per smuovere il fondale del lago. È incuriosito dalle bollicine che emergono dalla melma, per poi svanire.

Volta approfondisce lo studio di questo fenomeno prelevando dei campioni, così da analizzarli e farvi delle sperimentazioni.

Scopre che il fluido in questione, quando bruciato con una candela o sottoposto a una scarica elettrica, origina una fiammella azzurra che arde lentamente. Lo studioso deduce dai suoi esperimenti che l’aria infiammabile delle paludi si origina dalla decomposizione di sostanze vegetali e animali. L’amicizia con  Teresa Ciceri Castiglioni,  innovatrice nel settore tessile e pioniera della coltivazione della patata nel comasco, di cui abbiamo raccontato in una precedente storia, ha un ruolo essenziale nella vita e nella ricerca scientifica di Volta. Oltre ad essere, per lui, una preziosa confidente e consigliera è proprio nella sua residenza di Angera che lo scienziato raccoglie i primi campioni di gas metano.

Raffigurazione di un eudiometro, strumento di misurazione delle variazioni di volume del gas soggetto a combustione. Messo a punto da Volta durante gli studi sulle arie infiammabili. “Collezione dell’opere del Cavaliere Conte Alessandro Volta Patrizio Comasco […]”, Tomo III, Tav. 3, Firenze, 1816.

L’aria infiammabile di Volta è un biometano

L’individuazione del combustibile fossile, il cui utilizzo pratico diventa effettivo solo nei primi anni del ‘900, rappresenta una svolta nell’evoluzione in ambito energetico, calorifico, alimentare, domestico, commerciale e industriale.

Quello che Volta più di duecento anni fa chiama aria infiammabile è un biometano, una fonte di energia rinnovabile e programmabile che oggi rappresenta un modello di economia circolare ed è tra i protagonisti della transizione energetica attuale.

L’immagine di copertina della storia è pubblicata per gentile concessione del Rijksmuseum di Amsterdam.