Disegno in bianco e nero raffigurante gli impianti della società Fornicoke di Savona

MEMORIE DI UN PARTIGIANO

L’avvocato Ermete Ferrari lavorò all’Italgas come impiegato della direzione generale dal 1950 e poi nel 1953 venne promosso a dirigente, occupandosi dell’ufficio legale fino alla fine degli anni ’70. Tra le carte dell’ufficio è stato ritrovato un dattiloscritto nel quale racconta la sua esperienza partigiana nel comando della II Zona Ligure.

Il testo è stato scritto nel 1975 e pubblicato come articolo nella rivista del Gruppo Italgas con il titolo “Primavera 1945”.

Disegno delle Funivie

I fatti descritti si svolgono a Savona, dove avevano sede due consociate dell’Italgas, la Fornicoke e la Funivie Savona – San Giuseppe. La Società anonima di lavorazione dei carboni fossili e loro sottoprodotti – Fornicoke, fondata nel 1897, si occupava di produzione di coke metallurgico, mentre la Società anonima funivie Savona – San Giuseppe fu fondata nel 1910 per assumere la concessione governativa per la costruzione e l’esercizio di funivie tra il porto di Savona e San Giuseppe di Cairo per il trasporto del carbone. Gli uffici di queste società sono stati utilizzati come basi dai partigiani. Inoltre presso lo stabilimento della Fornicoke a Vado Ligure erano stati costruiti rifugi per la popolazione durante i bombardamenti.

Insieme a Ferrari era partigiano anche Isidoro Bonini, esponente della Democrazia Cristiana, che lavorò prima come direttore generale della Fornicoke e delle Funivie, poi dal 1947 all’Italgas nel ruolo di direttore generale, e infine divenne presidente dell’IRI nel 1950. Entrambi facevano parte del CLN delle Funivie.

Nello scritto Ferrari racconta diversi episodi avvenuti tra la primavera del 1944 e quella del 1945. Racconta di aver accompagnato Bonini ad un incontro con Enrico Caviglia, maresciallo che aveva combattuto la Prima Guerra Mondiale, a cui i partigiani chiesero la disponibilità di formare un governo provvisorio nell’eventualità che, come i partigiani stessi auspicavano, ci fosse uno sbarco alleato nella zona ligure, cosa che poi non si verificò. Illustra poi la liberazione di Savona tra il 23 e il 27 aprile 1945 a seguito della ritirata dell’esercito tedesco.

I tedeschi avevano piazzato ordigni esplosivi agli impianti delle stazioni funiviarie di Miramare e di S. Lorenzo e i partigiani cercarono di impedire che le bombe esplodessero, ma una parte degli edifici subì dei danneggiamenti. I partigiani riuscirono comunque ad occupare gli edifici pubblici e militari della città e poi il porto, dove i tedeschi avevano messo delle mine che furono disinnescate. Il comando tedesco chiese di poter evacuare la città in modo pacifico, e i partigiani riuscirono entro il 27 aprile ad eliminare tutti i presidi dei tedeschi, della Repubblica Sociale italiana e delle brigate nere. Il 28 aprile l’Italgas disponeva il ripristino degli impianti della Funivie, della Fornicoke e dell’Officina Gas.