Il mese di ottobre è dedicato a una figura chiave nella storia del gas e dell’aerostatica: Jan Pieter Minkelers, professore e scienziato olandese che, con il suo trattato, gettò le basi per importanti sviluppi nel campo dei gas infiammabili e delle loro applicazioni pratiche.
“Memoria sull’aria infiammabile ottenuta da diverse sostanze” di Jan Pieter Minkelers, anche noto come Jean-Pierre Minckelers o Minckeleers, è un testo che merita di essere riscoperto non solo per il suo valore storico, ma anche per l’impatto che ha avuto nel campo della scienza e della tecnologia. Pubblicata nel 1784, quest’opera pone Minkelers tra i pionieri dell’uso del gas come fonte di energia e per la propulsione aerostatica.
Il contesto storico
Negli anni ’80 del Settecento, l’Europa illuminista sperimentava il volo con palloni riscaldati dal fuoco. Questa tecnologia fu avviata dai fratelli Montgolfier, che nel 1783 lanciarono il primo pallone ad aria calda, e da Jacques Alexandre César Charles, che nello stesso anno sperimentò il volo con un pallone a idrogeno. L’interesse per queste macchine volanti si estese rapidamente tra gli scienziati europei, desiderosi di perfezionare le tecnologie per il volo e per il riempimento dei palloni con gas più leggeri e sicuri.
È in questo clima di fervente innovazione che si pone il contributo scientifico di Minkelers sui gas infiammabili. Nato a Maastricht nel 1748, Minkelers si iscrisse all’Università di Lovanio a soli 15 anni, dove iniziò i suoi studi in teologia e filosofia, e divenne poi diacono e professore di filosofia naturale. Nel 1778 iniziò ad approfondire le sue ricerche sulla chimica e sui gas. Come ricorda nel suo trattato, “abbiamo accettato con entusiasmo l’incarico” di studiare l’aria infiammabile, un incarico conferitogli dal duca Louis Engelbert d’Arenberg, mecenate delle scienze e delle arti.
La missione scientifica: un gas più leggero ed economico
L’obiettivo principale della ricerca di Minkelers, come riportato nella Memoria, era trovare una fonte di gas economica e facilmente accessibile per riempire i palloni aerostatici, allo scopo di renderli “più accessibili a coloro che ne avrebbero potuto beneficiare, rendendo la sua realizzazione meno costosa e meno complicata”. A tal fine, egli e i suoi colleghi, Jan Frans Thysbaert e Carolus van Bochaute, incaricati anch’essi dal duca d’Arenberg, si dedicarono allo studio di diverse sostanze infiammabili da cui ricavare il gas.
Minkelers iniziò sperimentando con materiali di uso comune, come la paglia e la lana, ma i risultati furono deludenti. Come riportato dallo stesso scienziato: “Le esperienze che abbiamo condotto ci hanno subito convinto che l’aria infiammabile della paglia, così come quella della lana grassa, liberata dal calore, era troppo pesante per essere utilizzata nelle macchine aerostatiche”. L’aria prodotta da questi materiali si rivelò insufficiente per sollevare i palloni, in quanto il peso del gas era troppo vicino a quello dell’aria atmosferica.
La svolta: l’olio come fonte di gas leggero
La ricerca di un gas più leggero condusse Minkelers a un’idea innovativa: utilizzare l’olio come materia prima. Nei suoi esperimenti, scoprì che riscaldando l’olio in una forgia poteva produrre un gas molto più leggero rispetto a quelli ottenuti dalla paglia o dalla lana. Egli descrisse il procedimento nel dettaglio, spiegando come il calore dissolvesse l’olio e liberasse “un gas estremamente leggero, con altre proprietà vantaggiose”. Questo gas si rivelò perfetto per il riempimento dei palloni aerostatici e permise a Minkelers di effettuare con successo diversi voli intorno alla città di Lovanio.
Il contributo all’aerostatica e all’illuminazione
Il trattato di Minkelers non solo illustra i suoi esperimenti con diverse sostanze, ma dimostra anche l’importanza delle sue scoperte per lo sviluppo delle scienze chimiche e ingegneristiche. In un passaggio della Memoria, egli sottolinea come i suoi esperimenti abbiano confutato le informazioni diffuse dai giornali pubblici riguardo al gas utilizzato dai fratelli Montgolfier. “Ciò che era stato riportato nei giornali pubblici riguardo al procedimento del Sig. Montgolfier era molto impreciso”, afferma, evidenziando che il gas utilizzato dai Montgolfier era in realtà aria rarefatta, e non aria infiammabile ottenuta da sostanze come paglia o lana.
Uno degli aspetti più rivoluzionari della ricerca di Minkelers fu l’applicazione del gas infiammabile non solo per il volo, ma anche per l’illuminazione. Secondo il suo allievo von Hulstein, nel 1785 Minkelers utilizzò per la prima volta il gas per illuminare la sua aula all’Università di Lovanio.