LA SCOPERTA DELLE GAZZETTE DELLA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA NELLA BIBLIOTECA STORICA DI ITALGAS

Le persecuzione anti ebraica nei documenti ufficiali del governo

“Veduta l’ordinanza ministeriale del 1° dicembre 1943 n. 5 con la quale si dispone che debbono essere sottoposti a sequestro tutti i beni mobili e immobili ad ebrei anche se discriminati, a qualunque nazionalità appartengano; ritenuto che il signor Landesberg Joachin fu Adolfo non meglio identificato allo stato attuale (…) è da considerarsi ebreo e quindi soggetto alle sanzioni predette (…)

Decreta:

Art. 1

sono sottoposti a sequestro i beni sottoindicati (…)

n. 1 macchina da cucire
n. 1 rotolo di cuoio
n. 16 pezze di stoffa
n. 10 pacchetti sigarette trapici serraglio
n. 2 pacchi cucirini
n. 14 scatolette di filo per cucire
n. 2 colli tessuti
n. 1 impermeabile
n. 1 pezza di stoffa
n. 1 pacco di crine
n. 1 vaso contenente tabacco (non pieno)”
(…)

Questo è il decreto n. 27994 DIV III, sequestro n. 239 a nome del Capo della Provincia di Varese, Gazzetta Ufficiale d’Italia del 22-1-1944. 
L’elenco completo è lunghissimo e comprende oggetti che vanno dai tavolini alle sciarpe di lana: tutto ciò che può scandire la vita di una normale famiglia. 

Un patrimonio per la ricerca storica: le Gazzette ufficiali della repubblica sociale

La scoperta del fondo speciale delle Gazzette Ufficiali della repubblica sociale italiana è stata del tutto casuale: compresa la natura e la consistenza del fondo abbiamo immediatamente provveduto alla schedatura e digitalizzazione del materiale. La raccolta completa di queste gazzette è molto rara: spesso queste pubblicazioni sono destinate allo scarto, ritenendo che i contenuti siano rintracciabili in internet. In realtà questa serie completa non solo è rara in originale, ma non risulta sia stata mai digitalizzata e resa ricercabile.
La pubblicazione dell’intero fondo sul sito di Heritage Lab, in collaborazione con il CDEC, avverrà nei prossimi mesi.
Privata dei simboli monarchici e ribattezzata “Gazzetta ufficiale d’Italia”, fa il suo esordio il 19 ottobre 1943: la struttura è simile a quella della sua gemella legata alla monarchia e al governo Badoglio e, proprio come lei, descrive i vari provvedimenti degli organi dello Stato e territoriali competenti, incluse le prefetture. Queste ultime sono una preziosissima fonte di informazioni sulla vita dei cittadini nei vari territori occupati e riflettono le disposizioni imposte dalla repubblica mussoliniana.
I decreti di esproprio dei beni appartenenti a cittadini ebrei iniziano ad essere in vigore dal 1939; la repubblica sociale estende la confisca iniziale a tutti i beni mobili e immobili, inclusi i titoli azionari. 
Il risultato sono gli elenchi simili a quello citato, spesso preceduti o seguiti da arresti e deportazioni di intere famiglie. 
Abbiamo iniziato a confrontare i nominativi ritrovati sulle gazzette con una serie di banche dati: la Digital Library del CDEC, il Fondo EGELI dell’archivio storico di Intesa San Paolo, la banca dati delle Pietre d’Inciampo, più una serie di archivi o enti territoriali. I risultati ci hanno permesso di ricostruire il profilo delle persone citate e in alcuni casi di aggiungere particolari inediti.



Le storie che emergono sono le più disparate e con risvolti spesso tragici e a volte sorprendenti.

La storia di Angelo

Il primo esproprio segnalato sulle gazzette speciali sembra essere quello del 5 gennaio 1944, Prefettura di Varese, n. 26895 Div. III, sequestro n. 232 a carico di Angelo Colombo fu Donato e di Renata Colombo di Angelo e di Luttes Ernestina in Morandi. Viene portata via loro una casa in Liguria, con tutto ciò che contiene. Il cognome di Ernestina è probabilmente errato: dovrebbe essere Lattes, così come appare strano quel “in Morandi”. 
Abbiamo cercato Angelo sulla Digital Library del Centro di Documentazione Ebraica, sulla banca dati del Fondo EGELI dell’archivio storico di Intesa San Paolo e sulla banca dati delle Pietre d’Inciampo. Il profilo che ne emerge, salvo omonimie, è che Angelo è nato a Savigliano il 21 ottobre 1870, figlio di Donato Colombo e Orsola Ottolenghi. Si sposa con Ernestina Lattes, con la quale ha otto figli. Ha un’attività ben avviata di tappezziere a Milano e una serie di proprietà tra Lombardia e Liguria. Uno dei figli di chiama Tullio, nato a Milano il 10 aprile del 1913. Nel 1943 Tullio ha moglie e una figlia, gestisce un negozio di articoli sportivi a Milano. Dopo l’8 settembre si rifugia nel lucchese con la sorella Lidia e le rispettive famiglie. Il 29 ottobre viene attirato a Milano con un tranello e immediatamente arrestato dai fascisti. Le SS presenti a San vittore pretendono un riscatto, che sembra essere pagato, ma comunque non gli salva la vita. Il 20 novembre viene prelevato dal carcere, gli viene ordinato di scavarsi una fossa e viene ucciso: il suo corpo non è mai stato ritrovato.

Dopo la morte del figlio, Angelo (che credeva, data la sua età, di non dover temere le leggi razziali) tenta di fuggire in Svizzera con la moglie, ma è scoperto e arrestato il 2 novembre 1944. È incarcerato a San Vittore e deportato a Bolzano, dove resta, paralizzato, fino alla sua morte avvenuta il 10 aprile 1945. Ernestina sopravvive e rientra a Milano con la figlia Lidia il 6 maggio 1945. 
Non abbiamo trovato altre informazioni sugli altri figli, se non quella piccola nota proveniente dalla gazzetta ufficiale: Renata. Un nome in più.

La storia di Oscar

Un racconto di tenore del tutto diverso è quello di un ragazzo di nome Oscar Sternfeld, di un suo omonimo, di un pilota e di un capostazione. 
I dati riportati sulla Gazzetta Ufficiale del 22 gennaio 1944, disposizione n. 27890, DIV. III, Capo della Provincia di Varese, sequestro n. 247 riguardano il signor Oscar Sternfeld fu Giacomo e fu Tedesco Giovanna e sua moglie Olga Tedesco su Girolamo, residenti a Tradate. La ricerca di Oscar, e il confronto con altre banche dati, ci ha portati a scoprire un secondo profilo: quello di un ragazzo con lo stesso nome, nato, però, nel 1925. Grazie a un sito genealogico, abbiamo scoperto che i due sono zio e nipote, entrambi residenti a Tradate. Quello sottoposto a sequestro è lo zio, mentre il ragazzo sembra abbia avuto in sorte di incontrare un capostazione di nome Andrea Albisetti, classe 1885. Il signor Andrea, oltre a controllare il passaggio dei treni, ha il compito di ritirare e smistare la posta, inclusi i dispacci di arresto di ebrei e disertori, che solitamente arrivano con l’ultimo treno della sera e vengono consegnati la mattina dopo ai militi fascisti incaricati degli arresti. Andrea studia i dispacci in controluce, cercando di individuare nomi e indirizzi, poi parte per avvisare i ricercati. Non si sa esattamente quante persone abbia salvato, ma sembra che il giovane Oscar fosse tra quelle. 
Un’ultima annotazione, proveniente dal fondo EGELI, riguarda un incaricato di requisire i beni dello zio: Irnerio Bertuzzi, del gruppo autonomo aerosiluranti Buscaglia. Lui è passato alla storia come comandate della flotta aziendale dell’ENI e pilota personale di Enrico Mattei, con il quale muore a Bascapè il 27 ottobre 1962. 


Allestimento di bracieri ardenti in occasione della visita di Hitler a Roma, nel maggio 1938. Nell’ottobre dello stesso anno verranno promulgate le prime leggi razziali in Italia, per cementare l’alleanza con la Germania.