“LA FIAMMA È AZZURRA”: IL CONTRIBUTO DI PRIMO LEVI ALL’ANTOLOGIA DELLA SOCIETÀ ITALIANA PER IL GAS CON IL SUO RACCONTO “IDROGENO”

L’antologia letteraria “La fiamma è azzurra” ha riunito le migliori firme dell’epoca coniugando narrativa e scienza. Oggi quelle pagine rivivono con straordinaria modernità.

È il 5 dicembre del 1983 e il centro gelido di Torino si riscalda di una fiamma vibrante e letteraria. Le vie cittadine sono avvolte dal freddo invernale. Nelle sale illuminate del Circolo della Stampa di Corso Stati Uniti 27, si riunisce un gruppo eclettico di letterati, poeti, scienziati, uomini d’affari ed economisti. L’attenzione del pubblico è rivolta alla presentazione de “La fiamma è azzurra”, un’antologia di racconti ispirati al mondo del gas ed edita dalla Società Italiana per il Gas, oggi Italgas. A dare il proprio contributo alla raccolta di racconti figurano numerose penne di autori illustri del ‘900, tra cui quella di Primo Levi, un gigante che domina il panorama letterario italiano e brilla per il suo contributo come chimico e partigiano antifascista, nonché per le intense pagine che descrivono l’esperienza di ebreo nei campi di concentramento. 

5 dicembre 1983,  Circolo della Stampa Torino. 

Tra i brani più rilevanti di “La fiamma è azzurra”, spicca il racconto “Idrogeno”, estratto da “Il sistema periodico”, la raccolta di 21 racconti di Primo Levi, ognuno dedicato a un elemento della tavola periodica (pubblicata nel 1975). Questo racconto narra un’avventura ironica in cui Primo, ancora studente, si cimenta con un suo amico in esperimenti di laboratorio, affrontandone i rischi potenziali. Dalla lavorazione del vetro all’ossidulo di azoto, i due amici sperimentano l’elettrolisi dell’acqua. La storia culmina con un’esplosione: Primo, avvicinando un fiammifero al barattolo, lo fa esplodere, confermando la presenza di idrogeno. Nelle profondità della sua mente, il protagonista riflette: “Era proprio idrogeno, dunque: lo stesso che brucia nel sole e nelle stelle, e dalla cui condensazione si formano in eterno silenzio gli universi”.

La fiamma non è solo azzurra, è anche bella

“La fiamma non è solo azzurra, è anche bella”. Lo dice la sera del 5 dicembre 1983, al Circolo della Stampa, Giovanni Giovannini, presidente della Federazione Italiana Editori Giornali e continua: “rappresenta una forma intelligente per unire economia e cultura”. Interviene poi l’Avv. Carlo Da Molo, all’epoca Presidente del Gruppo Italgas, che presenta il libro come fusione tra realtà e invenzione, in cui l’elemento del gas trova espressione attraverso la parola, coniugando il quotidiano e il fantastico. “Un tocco di genialità letteraria” aggiunge “che unisce la scienza alla narrativa, dimostrando come l’elemento del gas possa essere esplorato non solo attraverso formule chimiche, ma anche attraverso la potenza evocativa della letteratura”. Ci crede in questa idea, Da Molo. Crede fermamente che arte e scienza abbiano qualcosa da dirsi, qualcosa di profondo e necessario. Recita infatti la prefazione all’antologia composta dall’ Avvocato: “Industria e letteratura sembrano configurarsi in pianeti lontani tra loro. Eppure, crediamo che non vi sia crescita per l’impresa in una società come quella odierna senza un collegamento profondo con la cultura”. Un concetto che, ancora oggi, risulta assolutamente attuale.

Avv. Carlo Da Molo, all’epoca Presidente del Gruppo Italgas

Fiamma, figlia del Caos

“La fiamma è azzurra”, conservata nella Biblioteca Italgas e digitalizzata all’interno del nostro archivio, non è l’unico esempio di connessione tra scienze e arte. Numerosi sono i testi che descrivono processi e scoperte in campo fisico e chimico, sia con il linguaggio tecnico e rigoroso del metodo scientifico sia con quello artistico delle lettere, o evocativo dell’alchimia. È il caso dell’Ortus Medicinae di J. B. Van Helmont, chimico, medico e filosofo fiammingo. È in questo trattato del 1652 che si legge per la prima volta la parola “gas”, derivata dal greco chaos.

Dettaglio della copertina de “La fiamma è azzurra”.

Diverse e sorprendenti sono le prospettive con le quali gli autori coinvolti nell’antologia esplorano il tema del gas. Stefano Jacini, ad esempio, nel suo racconto s’inoltra in territori inesplorati, al confine tra la scienza e il misticismo, arrivando a esortare il lettore a guardare la fiamma negli occhi, riconoscendola come sorella, figlia del Caos. Giovanni Arpino, invece, racconta la sua concezione di gas attraverso l’esperienza domestica e i modi di dire gergali. Sandra Artom narra dell’esperienza fantastica vissuta da un bimbo che incontra il genio della lampada accendendo un fiammifero. Andrea Frullini utilizza un tono informale e spiritoso per raccontare uno sventato tentativo di suicidio che ha come protagonista proprio il gas. Antonio Porta propone una versione del gas molto audace, ironica ed esilarante dove il racconto di un sogno esprime il disappunto del protagonista verso il sistema militare. Giorgio Soavi focalizza l’attenzione su come un nuovo intento o interesse può far emergere dettagli inaspettati all’interno della nostra quotidianità. Fernando Tempesti fa un excursus nella letteratura francese dove il gas fa da filo conduttore. Giorgio Zampa conclude la serie di racconti proposta nel libro con un registro nostalgico ed evocativo.

Scienza e letteratura, due pianeti vicini

Questa antologia unica nel suo genere celebra un capitolo importante della storia di Italgas e commemora il contributo significativo di Primo Levi e degli altri autori alla narrazione di un elemento così particolare come il gas, attraverso la lente della letteratura. La “fiamma azzurra” continua a brillare come un simbolo di connessione tra passato e presente, tra scienza e arte ma soprattutto tra industria e letteratura, due pianeti inaspettatamente vicini.

Primo Levi alla presentazione del volume ‘La fiamma è azzurra’ al Circolo della Stampa di Torino