IN PRINCIPIO ERA LA CHIMICA: A GIUGNO CON IL CATECHISMO DI PARKES

Nel panorama della divulgazione scientifica del primo Ottocento, il Catechismo chimico di Samuel Parkes occupa un posto di rilievo. Pubblicata per la prima volta nel 1806 e aggiornata fino alla sua ottava edizione nel 1818, l’opera costituisce uno dei primi tentativi sistematici di rendere la chimica accessibile a un pubblico ampio, inclusi studenti, autodidatti e appassionati.

Line engraving by A. W. Warren after Wageman, CC BY 4.0 , via Wikimedia Commons
Ritratto di Samuel Parkes. Incisione di A. W. Warren after Wageman, CC BY 4.0 , via Wikimedia Commons

Il titolo Catechismo chimico rivela subito l’intento pedagogico dell’opera. Parkes impiega la forma catechistica non in senso religioso, ma come tecnica didattica basata su domande e risposte, utile a facilitare una comprensione progressiva e dialogica dei concetti scientifici. L’autore piega infatti che il catechismo è “una forma d’insegnamento che, mediante interrogazioni familiari e progressive, guida l’allievo alla conoscenza delle verità fondamentali della chimica.” Questo metodo, influenzato dalla tradizione educativa illuminista, mira a stimolare il ragionamento autonomo del lettore.

Il manuale è organizzato come un dialogo tra maestro e allievo, forma che Parkes adotta inizialmente per istruire sua figlia. La sua efficacia didattica ne favorisce la diffusione nelle scuole e la traduzione in diverse lingue, incluso l’italiano. L’edizione del 1818, pubblicata a New York dalla Collins and Co., è arricchita e aggiornata, riflettendo lo stato delle conoscenze chimiche dell’epoca. Nella versione italiana, a cura di Giovanni Pozzi, il testo è suddiviso in due volumi, ciascuno articolato in due parti, secondo un chiaro percorso educativo.

Così mentre le schiere vegetali assorbono
Limpida acqua dalla valle madre,
Il loro succo vegetale la mescola
Con il carbonio del suolo,
E forma bitume, resina, cera o olio;
Il calore liberato fa esplodere la massa in espansione,
E gonfia l’ossigeno nascente in gas;
Che, dalle sue cellule più profonde, ogni foglia versa
In correnti vitali attraverso miriadi di pori,
Per rinnovare l’aria, scagliata dai venti
Da polo a polo, attorno a un mondo rinfrescato.

Il primo volume inizia con una sezione dedicata ai principi generali. Parkes definisce la chimica come “quella parte della filosofia naturale che ci insegna la natura e le proprietà dei corpi, e le leggi secondo le quali si combinano o si separano” e introduce concetti come la distinzione tra elementi e composti, le proprietà della materia e le leggi dell’affinità chimica. A supporto, propone esperimenti semplici ma efficaci, come quello della candela accesa sotto una campana di vetro che dimostra il consumo di ossigeno durante la combustione.

La seconda parte del primo volume si focalizza sugli elementi e i gas. Parkes descrive la composizione dell’aria e dell’acqua e propone la sintesi dell’acqua tramite la combustione dell’idrogeno in presenza di ossigeno. Questo esperimento, che produce goccioline visibili sulle pareti del recipiente, dimostra che l’acqua è composta da due parti di idrogeno e una di ossigeno – una scoperta fondamentale della chimica moderna.

Apparecchiatura utilizzata dal chimico inglese Joseph Priestley per i suoi esperimenti sui gas, 1775. Parkes aggiunge nelle note a piè di pagina del Catechismo Chimico molte raccomandazioni di altre opere con interessanti esperimenti relativi agli argomenti trattati nel suo libro, in modo che il lettore possa cercare altre dimostrazioni se lo ritiene necessario. Tra queste raccomandazioni ci sono i trattati di Lavoisier e Priestley. Joseph Priestley (1733-1804), Public domain, via Wikimedia Commons.

Il secondo volume si apre con una sezione dedicata alle reazioni chimiche. Parkes illustra il comportamento di acidi, basi e sali attraverso esperimenti come la reazione tra acido solforico e bicarbonato di sodio, che produce anidride carbonica ed effervescenza. Questi esperimenti permettono di osservare trasformazioni tangibili, come il cambiamento di colore o la produzione di gas, rinforzando l’importanza dell’esperienza diretta. “L’esperimento,” scrive Parkes, “è il solo mezzo sicuro per determinare la verità in chimica.”

Laboratorio chimico dell'Istituto Surrey, a Londra. Illustrazione tratta dal libro.

L’ultima parte del libro affronta le applicazioni pratiche della chimica in ambiti come l’agricoltura, l’industria, la medicina e l’igiene. Parkes propone esperimenti utili, come la produzione del sapone tramite reazione tra grassi e alcali, la purificazione dell’acqua o la conservazione degli alimenti. Per lui, la chimica non è solo teoria, ma uno strumento quotidiano: “La chimica ci insegna a pensare con precisione, a giudicare con cautela, e a non accettare nulla senza prova.”

Il Catechismo chimico rappresenta un passaggio cruciale nella storia della divulgazione scientifica. In un’epoca in cui la chimica è materia per specialisti, Parkes la rende comprensibile e accessibile. L’opera viene tradotta in più lingue e riceve riconoscimenti in tutta Europa. Lo zar di Russia, per esempio, dona a Parkes un anello d’oro per la traduzione russa.

Ritratto di Justus von Liebig, Bischoff, 1865 - 1899. Pubblicato per gentile concessione del Rijksmuseum.

Sebbene non innovi sul piano teorico, Parkes è fondamentale sul piano educativo. Il suo metodo influenza una generazione di lettori, studenti e insegnanti, preparando il terreno per l’avvento di chimici come Liebig, Mendeleev e Curie. Il suo Catechismo chimico è un ponte tra la scienza dei pionieri e la didattica moderna. La sua lezione rimane attuale: la scienza cresce non solo nei laboratori, ma anche nei libri che parlano con chiarezza e passione a tutti.