DONNE DI SCIENZA, VIAGGIO NEL TEMPO PER SCOPRIRE QUATTRO SCIENZIATE CHE HANNO DEDICATO LA VITA ALLA RICERCA

Per molti secoli l’accesso al sapere scientifico è stata una questione di genere, con le donne escluse da scuole e università. Conservare i loro scritti in biblioteca e renderli accessibili a tutti è il nostro modo per ricordare queste protagoniste che rischiano di essere dimenticate.

«Il cervello delle donne e degli uomini è il cervello di un essere che appartiene al genere umano. In questo non ci sono differenze», ha esordito Chiara Valerio, matematica e scrittrice, durante un evento ospite di Heritage Lab, «le donne, però, hanno dovuto imparare a esercitare, in tempi più recenti di quelli degli uomini, una specie di cervello che non è in noi, ma fuori di noi. Le donne tra loro hanno parlato di meno e gli uomini hanno parlato meno di scienza con le donne. Da 150 anni a questa parte le donne hanno avuto accesso anche a quel cervello collettivo, che permette di parlare con gli altri. E questo non può che fare bene all’idea di scienza. Perché l’idea che la scienza sia stata pensata e strutturata semplicemente dai maschi per la maggior parte della storia umana è un pochino limitativo per quella che dovrebbe essere l’immagine del mondo».

Chiara Valerio ospite in Heritage Lab per la Notte degli Archivi 2022.

In questa prospettiva, è interessante rileggere oggi il testo “La chimica per le donne”, libro del 1804 conservato nella nostra biblioteca, e dedicato a due contesse che avevano espresso il desiderio di comprendere il “mistero” della materia chimica. L’autore Giuseppe Compagnoni afferma che «i principi della chimica, come quelli di ogni altra scienza, hanno un’aria alquanto secca e difficile, la quale mal si adatta all’indole molle e intollerante delle donne».

Nel nostro patrimonio, archivistico e librario, numerosi sono gli esempi di figure femminili che emergono nel ruolo di protagoniste dimenticate dal fluire della storia. Ecco quattro storie che desideriamo ricordare.

Frontespizio de “La chimica per le donne” di Giuseppe Compagnoni, Napoli, 1804.

Teresa Ciceri Castiglioni: nel 1700 è stata pioniera delle scienze agrarie e innovatrice del settore tessile

Di Teresa Ciceri Castiglioni non abbiamo pubblicazioni nella Biblioteca Italgas, ma questa figura è indissolubilmente legata alla genesi delle “Lettere sull’aria nativa infiammabile delle paludi” del ben più celebre scienziato Alessandro Volta, opera che fa parte del nostro fondo di libri antichi e che abbiamo digitalizzato nei laboratori di Heritage Lab. Il legame tra Volta e Teresa Ciceri, innovatrice nel settore agricolo e tessile, e pioniera della coltivazione della patata nel comasco, è noto e documentato. Proprio Ciceri suggerirebbe ad Alessandro Volta, che è ospite della sua casa di Angera nel 1776, di raccogliere in alcune bottiglie le bolle di gas che sprigionavano dalla palude dell’Isolino Partegora nel Lago Maggiore. Quelle bolle, colme di aria infiammabile nativa delle paludi, rappresentano la scoperta di quello che oggi identificheremmo come biometano o metano di superficie. 

Frontespizio de le “Lettere del ill. mo sig. D. Alessando Volta, sull’aria infiammabile, nativa delle paludi a Carlo Giuseppe Campi”, Alessandro Volta, Milano, 1776.

Erika Cremer: madre della gascromatografia durante il Nazismo, quando alle donne era vietato insegnare in Accademia

Addentrandoci nel Novecento, troviamo Erika Cremer, scienziata, docente universitaria e autrice di contributi come “Kinetik des Gasreaktionen”, conservato nella nostra Biblioteca. Chimica e fisica tedesca, Cremer studia per prima le basi teoriche della gascromatografia e costruisce ed utilizza il primo gascromatografo. Nel 1927 consegue il dottorato in fisica presso l’Università di Berlino e nel 1938 ottiene l’abilitazione alla docenza universitaria. La sua aspirazione a esercitare la professione di docente è impedita dalla legge nazista in vigore all’epoca, che vieta alle donne di intraprendere tale carriera. Nel 1940 riesce però a ottenere una posizione come docente presso l’Università di Innsbruck, in Austria, dove completa la sua ricerca sulla gascromatografia. Nel 1952 i ricercatori britannici Archer Martin e Richard Laurence Millington Synge, all’insaputa delle precedenti scoperte di Cremer a causa delle limitate informazioni disponibili nel periodo bellico e delle scarse connessioni della scienziata con il resto della comunità internazionale, rivendicano l’invenzione della gascromatografia. Nello stesso anno vengono insigniti del Premio Nobel. Erika Cremer ha continuato a lavorare sulle sue ricerche all’Università di Innsbruck fino alla pensione nel 1971.

Copertina di “Kinetik des Gasreaktionen”, Erika Cremer, Max Pahl, Berlino, 1961.

Camilla Lattes Fano: la vocazione per l’insegnamento della fisica e la fuga negli Usa per sfuggire alle persecuzioni razziali fasciste

Detta “Lilla”, Camilla Lattes Fano compare tra i contributori al volume “Tables of thermodynamic and transport properties: of air, argon, carbon dioxide, carbon monoxide, hydrogen, nitrogen, oxygen, and steam”, conservato presso la Biblioteca Italgas. Ricordata spesso in coppia con il marito Ugo Fano, collaboratore anche di Enrico Fermi, è stata un’insegnante laureata in fisica e coautrice di un testo fondamentale sulla fisica atomica e molecolare (“Fisica degli Atomi e delle Molecole”, University of Chicago Press, New York, 1959) dove si legge una descrizione chiara e semplice della collisione tra particelle cariche. La coppia, di origine ebraica, emigrò negli Stati Uniti nel 1939 per sfuggire alle persecuzioni razziali, dando un grande contributo presso diversi istituti di ricerca e all’Università di Chicago.

Copertina di “Tables of Thermodynamic and Transport Properties”, Joseph Hilsenrath. Tra i contributori Lilla Fano.

Iris Runge: dalle restrizioni per le donne nella Germania prussiana, fino al diritto di voto femminile e alla docenza in fisica teorica

Matematica e fisica tedesca nata nel 1888, è stata curatrice della seconda edizione di “Graphische Darstellung in Wissenschaft und Technik”, che troviamo nella nostra Biblioteca. Figlia maggiore del matematico Carl Runge, inizia gli studi a Göttingen nel 1907, aspirando a diventare insegnante. Nonostante le restrizioni per le donne nelle università prussiane, partecipa alle lezioni e riesce a pubblicare il suo primo lavoro sull’ottica geometrica. Nel 1923 lavora come matematica industriale nell’azienda di illuminazione Osram, contribuendo a temi come la conduzione termica e il controllo di qualità statistico. Attiva politicamente con il Partito Socialdemocratico tedesco (SPD), sostiene il diritto di voto delle donne in Germania. Dopo la Seconda guerra mondiale, ottiene la qualifica di professore all’Università Humboldt di Berlino, specializzandosi in fisica teorica. Tra le poche donne nella facoltà di matematica e scienze naturali, ha tradotto in tedesco “What Is Mathematics?” di Richard Courant e Herbert Robbins, e ha dedicato una biografia al padre, Carl Runge.

Frontespizio del “Graphische Darstellung in Wissenschaft und Technik”, Marcello Pirani, Berlino, 1957. Iris Runge è curatrice della seconda edizione dell’opera.