ARCHIVIO STORICO ITALGAS FONDO SOCIETÀ ACQUE POTABILI


L’archivio familiare del ramo dei conti di Piossasco denominato De Federicis è pervenuto alla Società per la Condotta di Acqua Potabile (SAP) di Torino nel 1879, a seguito della cessione dall’ultimo rappresentante della famiglia, Eugenio Piossasco di Beinasco.


Perché parliamo di acqua potabile?
Quest’ultima fin dal 1859 aveva in esercizio l’acquedotto che portava acqua potabile a Torino dalla valle del Sangone e possedeva consistenti beni fondiari allo sbocco della valle intorno al castello Malines di Bruino e alle sue coerenze, nonché nei territori di Rivalta, Trana, Sangano e Villarbasse per via degli acquisti necessari a possedere i terreni su cui correva l’acquedotto.
Intorno al 1870 emerge la necessità di aumentare la portata e la regolarità delle forniture d’acqua alla città di Torino mediante la captazione di nuove acque dal territorio.
Dopo l’esame di alcuni progetti alternativi, la Società si risolve a intraprendere trattative con il Comune di Piossasco per ottenere una quota dell’acqua derivata dal Sangone nel canale detto “Bealera inferiore di Piossasco” o Sangonetto. Il Comune deteneva antichi diritti di captazione sin dal 1349, ma con la facoltà di derivare l’acqua per soli scopi irrigui e non per la costruzione di condotte per l’acqua potabile; la Società delibera quindi di trattare direttamente con coloro che dalla metà del XIV secolo detenevano i pieni diritti di derivazione: i signori di Piossasco.



Nel 1877 si decide dunque di trattare per l’acquisto di tre mulini sulla bealera di Piossasco (con relativi diritti di derivazione), appartenenti rispettivamente ai discendenti di due rami del consortile dei Piossasco, i Piossasco di None e i Piossasco di Beinasco, e a un terzo proprietario, tale Chiriotti. L’acquisto viene portato a compimento per i due mulini di proprietà dei Piossasco di None e del Chiriotti, mentre emergono difficoltà nell’acquisto del mulino dei Piossasco di Beinasco per via di questioni ereditarie che coinvolgevano Eugenio e la sorella Delfina. Con non poche complicazioni, la situazione trova una definizione con la vendita alla Società da parte di Eugenio Piossasco di Beinasco dei suoi diritti feudali sul mulino in questione nel 1879. Nell’occasione, proprio a causa degli ostacoli giuridici che si erano dovuti superare nella definizione della questione, Eugenio si impegna a cedere alla Società le carte inerenti gli storici diritti della famiglia sulle derivazioni d’acqua del Sangone; queste pervengono da Pianezza alla Società, in sacchi, il 21 novembre 1879.


Questo nucleo documentario copre un arco cronologico compreso tra il XIII e il XIX secolo, e, pur di consistenza limitata in rapporto alla sua estensione cronologica, ben rappresenta ogni periodo storico e permette di tracciare un profilo completo della famiglia e della sua evoluzione.


Chi era la famiglia Piossasco?
I Piossasco furono una delle più importanti famiglie feudali del Piemonte medievale e moderno. Base del loro potere fu il controllo signorile delle ricche pianure ai piedi delle Alpi tra Torino, il Po e Pinerolo, a partire dall’insediamento originario, la rocca e il castello di Piossasco. Fin dal medioevo si costituirono come consortile, figura giuridica che vede i vari e numerosi rami della famiglia agire autonomamente nell’espansione di influenze e possedimenti, mantenendo tuttavia una politica di sviluppo e gestione comuni.
Il fondo Piossasco dell’archivio storico della Società Acque Potabili è il complesso documentario prodotto dal ramo Federicis del consortile dei Piossasco, signori di Beinasco in seguito a concessione in feudo da parte del Comune di Torino fin dall’aprile 1288.
Il 1288 è anche la data del documento più antico conservato nel fondo: nel novembre di quell’anno, nel quadro di una serie di assestamenti nei rapporti di forza tra i soggetti operanti nella zona a seguito dell’infeudazione ai Piossasco di pochi mesi prima, i signori di Beinasco e il monastero di Santa Maria di Staffarda compongono le proprie controversie sui confini tra la grangia del Drosso, di proprietà del monastero, e il luogo di Beinasco. L’atto notarile su supporto pergamenaceo conservato nel fondo reca memoria di quell’accadimento.



Il controllo feudale del consortile nei suoi vari rami raggiunse la sua massima estensione alla fine del XIII secolo, in concomitanza con l’ingresso dei Piossasco nell’ambito di influenza dei Savoia e rimase praticamente invariato fino alla fine della feudalità nel 1798.


Cosa contiene l’archivio del ramo De Federicis?
Il fondo comprende una dozzina di pergamene datate tra il XIII e il XVI secolo e un nucleo di documentazione cartacea datata tra il XIV secolo e il 1882. Conserva ampie testimonianze degli aspetti connessi alla disciplina feudale dei territori sotto il controllo dei Federicis: numerosi sono i documenti di consegnamento, ovvero il negozio giuridico tramite il quale uno più individui “riconoscono” di aver ricevuto un bene feudale dal loro signore e di dovergli in cambio un certo numero di prestazioni o tributi. Particolarmente d’impatto il rotolo del 1436 in cui, in più di sette metri di pergamene cucite una all’altra, i fratelli Antonio, Gaspare e Michele di Canale consegnano, ciascuno per la sua parte, il feudo e il castello di Bruino ed i beni ad esso attinenti al commissario ducale Giovanni Ginotti.



Nella sezione cartacea è conservata un ampio spettro di tipi di documenti che permettono di ricostruire la storia della famiglia: investiture, riconoscimento di diritti feudali, decreti, atti di lite e compravendita, doti e testamenti, inventari di titoli e inventari patrimoniali.


Il dialogo con altri archivi
Il fondo Piossasco della Società Acque Potabili è infine parte di una più ampia rete di fondi e memorie relative al consortile dei Piossasco, conservate in altri luoghi della cultura torinesi. L’archivio del ramo dei Piossasco di None è conservato presso l’Archivio di Stato di Torino in 210 faldoni che coprono un arco cronologico compreso tra il XIII e il XIX secolo. Presso la Biblioteca Reale di Torino si conserva un volume con atti cinquecenteschi di un sottoramo (BRT, Miscellanea, 63/31), mentre l’Archivio Storico della Città di Torino conserva le investiture del feudo di Beinasco.


Il testo ha preso ampio spunto da: Tomaso Ricardi di Netro, Ricerche storico-giuridiche sopra l’approvvigionamento d’acqua di Torino dalla Val Sangone nel XIX secolo, Tesi di Laurea in Storia del Diritto romano, Università di Torino, Facoltà di Scienze Politiche, a.a. 1994/1995 – Biblioteca Italgas, TL 86 /96.1)